Avevo scritto come titolo in bozza “il coraggio di essere se stessi”.
Quante volte l’abbiamo letta questa frase!
Poi l’ho modificata perché il problema è anche sapere chi è “se stessi”. Chi siamo veramente.
Per poter essere me stesso devo prima sapere chi sono.
Qui inizia un grande equivoco: pensare che abbiamo bisogno di conoscerci molto a fondo per poter iniziare a essere noi stessi.
No, quella è la fregatura che ci fa rimandare tutto. Possiamo iniziare subito a essere semplicemente “quello che siamo”, con tutte le incertezze e parzialità.
Questa è la storia che mi ha stimolato la riflessione.
C’è un ragazzo in Abruzzo, in un paesino di 5.000 abitanti chiamato Bucchianico, che ha avuto un coraggio di fare qualcosa di insolito: creare il mondo che gli piace.
A lui piace vivere come un Hobbit.
Gli Hobbit sono esseri umani di fantasia raccontanti da Tolkien: amano le comodità, la vita tranquilla, e abitano in simpatiche case-tane scavate nel terreno.

Lui si chiama Nicolas Gentile, ha 37 anni. Troppo pochi per conoscersi a fondo, ma sicuramente troppi per sognare e giocare senza pensieri.
A 37 anni ti arrivano tutte le aspettative del mondo che ti vuole sposato, laureato, con figli e un buon stipendio. Se non sono i genitori sono gli amici, o te lo dici da solo perché i sensi di colpa sono ben interiorizzati dopo decenni di martellamento.
Invece Nicolas, miracolosamente, sembra non aver perso la voglia di giocare, quando non lavora. Ha comprato un terreno, ci ha costruito la prima casa da Hobbit, ha invitato altri giocherelloni come lui e con sua sorpresa sta diventando un villaggio Hobbit. Creerà altre case per dare ospitalità a chi condivide la stessa passione.
Sembra incredibile solo a me?! Per i vicoli di Bucchianico, sotto lo sguardo degli anziani, ogni giorno Nicolas va in giro vestito da Hobbit. La sua “Contea Gentile” non solo è stata in qualche modo integrata nella società locale, ma addirittura riceve richieste di interesse da tutta Italia!
C’è altro da dire? Forse possiamo chiuderla qui.
Tuttavia voglio aggiungere che Nicolas ha avuto una malattia che poteva portarlo via dal mondo, la leucemia. Sicuramente questo ha avuto un certo peso nel fargli aprire il famoso cassetto dei sogni e provare a viverli come è possibile.
Lì è tutta la differenza.
Provarci ora, come si può, con immediatezza e sincerità. Ci giudichiamo tanto anche nei sogni che abbiamo. Cerchiamo di avere sogni degni di ammirazione, e così creiamo storie leggendarie che mai potremo realizzare.
Mentre il grande segreto è fare ora il meglio possibile per vivere quello ci piace, che ci fa felici.
I bambini sanno farlo. Quando siamo piccoli sappiamo vivere i nostri sogni con quattro sedie e una poltrona. Cosa succede nella crescita?
Ammiro Nicolas per la forza di portare il suo “gioco” sempre con se, senza vergogna. Dice che vestito da Hobbit si sente più se stesso, mentre con vestiti “normali” è travestito.
Lo ammiro per aver sfidato e vinto chi, nell’invidia di non sapersi concedere il proprio gioco, ha gettato derisione e discredito su di lui.
Lo ammiro per averlo fatto nel suo paesino natale di 5000 abitanti, dove ha tutto il peso della famiglia e delle radici: è tanto difficile cambiare identità nello stesso ambiente in cui quell’identità è stata forgiata.
Lo ammiro perché anno dopo anno ha insegnato ai suoi compaesani che lui non è un problema, che essere leggermente diversi dallo schema dominante non distrugge la coesione sociale, ma anzi porta un arricchimento.
Lo ammiro perché, nonostante non sarà certo tutto facile, ha aggregato gran parte del paese che lo aiuta ad organizzare feste. Sta creando unione e ricchezza per tutti, in nome della fantasia e del gioco. Sta cambiando il mondo, senza allontanarsi da casa.
Quanti di noi hanno il coraggio di credere ai proprio sogni e con semplicità viverli? Facciamo ciò che ci da gioia anche se è giudicato infantile? Fuori luogo? Fuori età?

Lo ammiro perché non ha pensato a cosa vuole diventare tra 20 anni.
Non sa se farà l’Hobbit fino alla pensione.
Non è importante saperlo adesso. Sta seguendo qualcosa che gli dà felicità ora.
Ecco cosa mi piace di più: alla domanda perché lo fa risponde con semplicità “la vita da Hobbit mi fa sentire contento”.
Tutto qua, come se fosse poco.
“La vita da Hobbit mi fa sentire contento”.
Tutto qua, come se fosse poco.
Se volete conoscere meglio Nicolas vi propongo il reportage di Giuseppe Bertuccio D’angelo, che gli ha fatto visita nella Contea Gentile.